Me ne stavo seduto su di una panchina fuori una palestra, pioveva.
Dalla tettoia, sopra i miei pensieri, scivolava saltava e cadeva come una cascata
(chissà da quanto tempo, immagino da sempre) una serie infinita di gocce.
Ad un metro di distanza da me quel filo spezzato ma continuo d’acqua aveva bucato l’asfalto ed insisteva nella sua azione senza darsi pace.
Ero immobile e lo fissavo già da un po’.
Ero nervoso, pensai:
scava, scava pure continua a scavare ...
...
prima o poi arriveremo,
insieme,
all'inferno.
lunedì 8 ottobre 2007
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